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Immagine del redattoreIndyca

Allenatore, amico e un pò padre, un'intervista a Emanuele Renzini, il coach di Irma.


Emanuele, hai iniziato la carriera allenando tua moglie, era il '93, il pugilato femminile in Italia era ancora una novità.. come vi è venuto in mente?

Si allenavo mia moglie, Sara Paci, che come molte altre donne praticava kick boxing, ma era innamorata della boxe, per cui si era tesserata in Germania ad Amburgo e gareggiava all'estero. Nel '93 non esistevano ancora in Italia campionati di pugilato per cui le donne interessate alla boxe si approcciavano inizialmente alla kick che è uno sport molto simile, con le dovute differenze tecniche, per poi, quando c'era la possibilità andare all'estero a disputare gare di pugilato. Quindi si, allenavo mia moglie ed altre atlete, ma effettivamente all'inizio non c'erano ancora molte pugili, anche se tra queste ce n'erano di molto brave, tipo Stefania Bianchini e Maria Moroni che disputavano all'estero come professioniste. Poi nel 2001 L'AIBA ha sollecitato le federazioni pugilistiche di tutto il mondo a portare delle delegazioni nazionali per il primo campionato mondiale di pugilato dilettantistico femminile, data l'esperienza la Federazione Pugilistica Italiana mi ha contattato, e ho collaborato a creare la prima squadra azzurra femminile. Allenai per Scranton Simona Galassi, Antonella Bellandi, Cristina Cerpi e Sonia Grande che purtroppo non partecipò a causa di un infortunio dieci giorni prima della partenza. Tornammo comunque a casa con un oro per Simona Galassi, premiata anche come migliore atleta del campionato, e un bronzo per Cristina Cerpi. Fu un risultato strepitoso ed inaspettato, dato che queste ragazze si relazionarono con atlete di alto profilo, nelle cui nazioni si praticava la boxe da circa 15 anni.


Hai allenato molte donne nella tua carriera, ci sono differenze d'approccio fra pugilato maschile e femminile? cosa significa allenare una campionessa?


Ho allenato molte donne, ma anche degli uomini, la differenza maggiore è che le ragazze sono più determinate , quando credono in qualcosa ci si buttano e riescono a reggere tutti i sacrifici necessari.

Spesso le ragazze prendono la boxe più seriamente, i ragazzi a volte lo vivono più come un gioco, magari escono la sera sai, sono un po' più indisciplinati.

Poi ovviamente quando arrivi a questi livelli lo sport richiede costanza e fatica, a un certo punto devi fare delle scelte. Le ragazze sono particolarmente tenaci, ma spesso a un campione coincide un carattere difficile e spigoloso, quindi devi essere anche un po' psicologo, allenare costantemente l'empatia.

Ho incontrato Irma che aveva 14 anni, con 4 match disputati, e l'ho portata a circa 120 gare, abbiamo vissuto molto tempo insieme, e a stretto contatto, quindi ovviamente si crea un rapporto che va aldilà dell'allenamento. Con il tempo s'è creato un rapporto simile a quello tra padre e figlia, le sono stato vicino in momenti fondamentali della sua vita. Un po' come quello che aveva con Lucio Zurlo, il suo primo allenatore, che ora è diventato diciamo il suo mentore, la spiaggia sicura dove andare quando magari discutiamo o ci sono dei problemi, è quello che la coccola un po' di più..



Ho incontrato Irma che aveva 14 anni, con 4 match disputati, e l'ho portata a circa 120 gare, abbiamo vissuto molto tempo insieme, e a stretto contatto, quindi ovviamente si crea un rapporto che va aldilà dell'allenamento. Con il tempo s'è creato un rapporto simile a quello tra padre e figlia

Si può dire che tua sia più di una comparsa in "Butterly". come è stato relazionarsi alla presenza della camera?

Ma guarda è iniziato tutto per caso, Alessandro e Casey ci hanno contattato raccontandoci l'idea e mi hanno chiesto il permesso di poter fare delle riprese durante gli allenamenti. Ho acconsentito subito, a patto di non disturbare il lavoro in palestra. All'inizio eravamo un po' diffidenti, ma poi col tempo è diventato quasi naturale essere microfonati e avere le telecamere addosso. Io non sono uno che sta volentieri davanti alla telecamera, anzi mi imbarazza un po', ma poi è come essere al grande fratello, all'inizio reciti ma poi non te ne accorgi più e sei te stesso. Per Irma probabilmente è stato più semplice.. secondo me è un'attrice nata, nel bene e nel male. In questi due anni ovviamente ci siamo appassionati al progetto, ha creato molto entusiasmo e ci siamo prestati volentieri alle riprese in aggiunta, ad alcune piccole parti di recitazione, ci siamo molto divertiti. Quando è stato proiettato a Roma eravamo molto curiosi di vedere il prodotto finito, secondo me è stato fatto un bel lavoro, mi son piaciuti molto i personaggi che sono emersi, nessuno di noi aveva mai recitato, ma ad esempio Lucio la mamma, quando li ho visti sul grande schermo mi hanno stupito per la loro naturalezza, sono stati ben rappresentati.


Per Irma probabilmente è stato più semplice.. secondo me è un'attrice nata, nel bene e nel male. In questi due anni ovviamente ci siamo appassionati al progetto, ha creato molto entusiasmo e ci siamo prestati volentieri alle riprese in aggiunta, ad alcune piccole parti di recitazione, ci siamo molto divertiti.

Stai ancora allenando Irma, a cosa state lavorando in questo periodo?

Si, abbiamo ripreso ad allenarci a gennaio, scegliendo di cambiare categoria visto che pativa un po' i 60 kg, siamo ritornati ai 57 kg, questo aggiustamento ha portato a belle soddisfazioni. Stiamo infatti rientrando ora dai Campionati Europei Under 22, dove Irma ha conquistato l'oro ed è stata premiata come migliore atleta del campionato. In generale è stato un ottimo risultato di squadra visto che su sette atlete cinque sono riuscite a classificarsi e in tre sono salite sul podio. Ora ci prendiamo qualche giorno di meritato riposo e poi riprenderemo gli allenamenti, a fine aprile ci sarà un torneo in Polonia, poi i giochi olimpici europei in Bielorussia. Tutto in attesa del campionato mondiale di novembre, per qualificarsi alle Olimpiadi. #irmatesta #butterfly #pugilato #torreannunziata #boxevesuviana#federazionenazionalepugilato #emanuelerenzini #maestri #disciplina

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