top of page
  • Immagine del redattoreIndyca

Mani di piuma: Storia dei Guantoni da Boxe



Nasi gonfi, occhi sfregiati, rivoli di sangue, ferite aperte, ecchimosi. L’ultimo campionato del mondo di Boxe a mani nude risale al 8 luglio 1889. La località venne tenuta segreta fino all'ultimo momento e i tremila spettatori che raggiunsero RichBurg, in Mississipi lo fecero grazie a vari sotterfugi, perché la pratica della “Bareknuckle boxing” (“pugilato a nocche nude”) era già vietata dal 1865, quando la boxe, da mero sport di forza fisica, si trasformò ufficialmente in una disciplina di abilità e velocità, divenendo meno violenta e più sicura.


Sir John Sholto Douglas IX Marchese di Quennsberry

Fu Sir John Sholto Douglas IX Marchese di Quennsberry a formulare insieme all'atleta John Graham Chambers il codice della “Boxe scientifica”, nobilitando definitivamente l’arte del combattimento oltre che a dottrina del coraggio e della forza, a sfida di intelligenza e velocità. La Boxe, nel 1865, divenne moderna.

Fu proprio in questo codice che si rese obbligatorio l’uso dei guanti durante gli incontri. Ma l’invenzione dei guantoni moderni non si deve al nobile inglese di Quensberry, quanto a Jack Broughton, nel secolo precedente, il settecento.


Jack era un pugile inglese, era agile, veloce e fatale, tanto da uccidere uno dei suoi migliori amici, George Stevenson, durante un incontro. L’evento lo sconvolse, perché George era morto in seguito alle ferite riportate. Si combatteva a mani nude e ogni incontro era una zuffa spietata dalla quale si rimaneva segnati, tra occhi gonfi, tagli, lacerazioni e fratture, per settimane. Non era la prima volta che un atleta ci rimettesse le penne.


Così Jack smise di combattere e cominciò a pensare sul come trasformare la rude lotta a pugni, in una nobile arte.


In primis pensò che ci fosse bisogno di protezioni, di ammorbidire i colpi subiti per evitare spargimenti di sangue. Fu così che inventò i guantoni. Ma le sole protezioni non erano sufficienti a gestire la violenza degli incontri, ci voleva qualcosa che tutti condividessero, c'era bisogno di regolamentare la boxe. Ecco perché scrisse quello che viene ricordato come il primo regolamento nella storia del pugilato: le London Prize Ring Rules. Nonostante lo scopo delle regole fosse quello di evitare altri decessi durante gli incontri, i guantoni restarono una scelta opzionale e in pochi li adottarono: perché agli occhi degli spettatori, chi squarciava il volto dell’avversario a nocche nude, spesso procurandosi fratture alle mani, era visto come un eroe.


E non è un caso che oggi, a distanza di quasi trecento anni, c’è chi ha fiutato il corso dei tempi, e ha organizzato la prima riedizione di un torneo di Bareknuckle boxing.

Il 2 giugno 2018, a Cheyenne, nel Wyoming, U.S.A. donne e uomini sono saliti sul ring a mani nude, con solo una fascia a proteggere i polsi, prima di sfondarsi nasi, occhi, e dare vita a quella che è stata una vera e propria notte di sangue.

“I barbari sono tornati” direbbe dall'alto della sua nobiltà, Sir John Sholto Douglas, Marchese di Quennsberry.


Torneo di Bareknuckle Boxing - Wyoming, USA, 2 giugno 2018



Nemmeno gli antichi Greci combattevano a mani nude. Utilizzavano delle fasce di protezione sulle nocche delle dita, poi sviluppate meglio dagli antichi romani, che dall'arte figurativa sappiamo essere grandi fanatici del pugilato. I pugili dell’antica Roma misero a punto dei modelli che sono stati ritrovati per la prima volta nei pressi del Vallo di Adriano, il limes della Britannia Romana. Erano delle fasce di pelle ripiegate più volte su sé stesse, in modo da formare un’imbottitura con un’impugnatura da avvolgere sul palmo della mano. Erano comode e funzionali. I reperti ritrovati conservano ancora oggi la forma della mano del pugile che li ha utilizzati, migliaia di anni fa.


Il pugilato si pratica da più di duemila anni, ma i guantoni per come li conosciamo noi oggi, solo da 153. Non osiamo immaginare per il resto dei secoli di questo sport quanto sangue sia stato versato durante gli incontri e quanti pugili siano trascesi dopo l'ultimo estenuante incontro. Gli incontri nel Medioevo non avevano una durata, potevano andare avanti per ore, fino allo sfinimento, fino all'ultimo sangue. La Boxe era molto diversa da quella che conosciamo e pratichiamo, quella che dall'ottocento viene definita arte nobile, perché una delle poche nella quale l'essere umano è costretto a mettere in campo, al massimo delle potenzialità, tutte le capacità di cui dispone: forza fisica e agilità, forza mentale e controllo di se stessi.

I guantoni insieme alle regole di Quennsberry probabilmente hanno salvato la vita di molti atleti, rendendo questo sport più sicuro. Dai primi e rudimentali fatti di pelle imbottita di lana, la tecnologia ha reso possibile trovare sul mercato svariate tipologie di guantoni. Ognuna assolve a un ruolo preciso per ogni fase, dall'allenamento alla competizione: esistono guantoni da sacco, da sparring e da combattimento, dilettantistico e professionale.

Ogni pugile cerca il guantone che fa per sé, ne constata la praticità e gli effetti. Poi c’è chi vuole dei guanti da personalizzare in base al proprio stile, cercando in ogni dettaglio l’energia giusta per fare dell’incontro del giorno, l’ennesima buona prova della propria carriera.

1.305 visualizzazioni0 commenti
bottom of page