Basterebbe una Maratona di due ore per coprire la distanza 42 chilometri che separa, in linea d’aria, due sorelle separate alla nascita: Torre Annunziata, città di Irma Testa circondata dallo scoppiettante Vesuvio e Marcianise, paesone nell'entroterra del casertano che sorge nelle antiche terre della Campania Felix, il granaio della Roma antica.
Marcianise e Torre sono due sorelle dal passato agricolo che iniziano ad avere una prima forma di industrializzazione negli anni ’70. Si gonfiano a dismisura sino a diventare agglomerati urbani di quarantamila abitanti. Il duro lavoro nelle campagne viene presto surrogato dalla possibilità di ottenere un posto nei cantieri edili con il voto di scambio e la sedia in Comune ci mette poco a diventare la massima ambizione. I giri dei favori si chiudono e nascono i primi esclusi. Gente nata contadina che nello tsunami della modernità perde ogni riferimento. Da questo terremoto sociale prende vita una criminalità che in pochi anni diventa spietata e opprimente. È proprio in questo scenario, che due figli di queste due sorelle, coltivano il sogno di poter cambiare il senso distorto delle cose insegnando boxe: Lucio Zurlo e Domenico Brillantino.
Due vite diverse, quella di Domenico, marcianisano, e quella di Lucio, torrese. Due vite differenti ma accomunate dalle loro magie umane e sportive, dalla loro tenacia, dall'essere prima maestri di vita, poi di sport.
Riunioni, incontri, eventi sportivi: Lucio e Domenico sono sempre stati presenti, tra stima reciproca e una sana rivalità. Di Lucio Zurlo, il maestro di Irma Testa, ne abbiamo parlato QUI. Oggi è la volta di percorrere questa Maratona di 42 chilometri che da Torre Annunziata ci traghetta nell'entroterra fino a Marcianise, alle porte di Caserta, percorrendo quel sogno Vanvitelliano che si chiamava “Via dell’Acqua”.
Secondo l’architetto olandese, questo canale navigabile dal Golfo Partenopeo avrebbe dovuto condurre le imbarcazioni direttamente all’ingresso della Reggia di Caserta. L’opera non fu mai terminata. Quel che oggi resta è diventato un “Vialone” d’asfalto, come lo chiamano localmente, una zona franca e senza regole, dove pullulano prostituzione e malaffare. Ma è proprio ai fianchi di questo stradone, simbolo dei fallimenti del passato, che è nato nel 1978, un fiore destinato a diventare luce nel futuro: l’Excelsior Boxe di Marcianise, una delle palestre più titolate al mondo.
1978. MARCIANISE. Mimmo Brillantino, come lo chiamano tutti, è un sottufficiale dell’Aeronautica Militare. È un appassionato di pugilato, ma non di quello ricco e borghese, di quello spontaneo, vero. Lui la boxe l’ha sempre vista nelle stalle, nei cortili delle case dei contadini. Insieme a un gruppo di amici, appassionati come lui, decide di improvvisare una palestra di boxe. Costruiscono il ring con le pedane della frutta, le corde con trecce di canapa presa dalle campagne vicine. È solo un garage ma la chiamano “Excelsior”. Nessuno vuole fare soldi con questa palestra, nessuno chiede ai giovani marcianisani una retta mensile per allenarsi. Brillantino e i suoi amici, vogliono solo dare vita a un sogno.
La boxe a Marcianise, dopo un guizzo negli anni ’30 con il professore Clemente di Cesare, l’avevano risvegliata gli americani durante la seconda guerra mondiale. Mentre a Caserta, il 28 aprile 1945, il legato delle SS tedesche Wenner firmava la capitolazione tedesca nella Reggia, i soldati americani andavano in giro in cerca di sparring partner tra bufalari e contadini, coltivatori di tabacco e muratori.
La Boxe all’epoca era già esplosa negli U.S.A e tra i Marines dislocati a Caserta c’erano dei pugili professionisti, che da casa, oltre ai fucili, si erano portati anche i guantoni. Ma a Marcianise non c’erano professionisti, c’erano solo giovani rampolli smaniosi di dimostrare la loro virilità.
I soldati promettevano ai vincenti gomme americane, cioccolato e qualche dollaro. Combattevano tra ring fatti di persone, senza nessuna pedana. Lottavano a petto nudo, nelle piazze, nelle campagne e tra la paglia delle stalle.
“Come to fight” dicevano gli americani. E fu così che i contadini di Marcianise si scoprirono boxeur, alimentando la sete di pugilato nella Terra Laboris.
La storia dei vincenti fu confermata quasi quarant’anni dopo, quando nel 1984 il primo frutto di Brillantino, Angelo Musone, un peso massimo straordinario, riuscì ad arrivare alle Olimpiadi di Los Angeles. Musone era cresciuto nell’Excelsior Boxe, il magico garage di Brillantino. Il pugile arrivò in semifinale contro Henry Tillman, uno dei pochi pugili ad aver battuto Mike Tyson. Vinse il Bronzo olimpico e quella fu la prima medaglia marcianisana, che permise all’Excelsior di uscire dal garage e trasferirsi nella palestra di una scuola elementare, dove ancora oggi la si può trovare.
Nonostante Brillantino e i suoi pugili hanno continuato nel tempo a macinare medaglie e titoli mondiali, l’Excelsior è rimasta lì, nella scuola . Il talento generato da Brillantino e soci è figlio di una palestra senza macchinari all'avanguardia, con bagni intasati, guantoni consumati e sacchi rappezzati. Ma la dotazione tecnica non è ciò che importa, perché Mimmo ai suoi allievi, ha sempre ripetuto la stessa cosa:
“Si va avanti con quello che si può, quello che conta è lo spazio in cui agisci dentro di te”.
La palestra di Brillantino non è per soli uomini. Domenico ha sempre trascinato nella Boxe molte donne, incitandole a sfidare il sessismo e i pregiudizi sulla femminilità. Tante delle medaglie della Excelsior sono state vinte proprio dalle sua agguerrite allieve.
Poi ci sono quelle di Domenico Valentino, Angelo Musone, Vincenzo Mangiacapre, e poi Clemente Russo, conosciuto nell’ambiente come Tatanka, pupillo di Domenico Brillantino. Questi sono solo alcuni dei campioni creati dall'Excelsior, che con i loro incontri e i loro successi hanno dimostrato cosa significa fare boxe al mondo intero.
Clemente Russo è forse il pugile di Marcianise più famoso, oltre che per la medaglia olimpica, per via delle sue attività cinematografiche e televisive. La sua storia tutta marcianisana ha ispirato il regista Giuseppe Gagliardi per il film “Tatanka” dove Russo interpreta se stesso. Il film del 2011 è stato il secondo dopo Gomorra di Matteo Garrone, a raccontare gli scenari desertificati e criminali della Campania. Come Gomorra, anche Tatanka è tratto da un racconto di Roberto Saviano.
Il film racconta storie delle periferie, della Camorra, della violenza che si annida dietro la disperazione.
Ma il pugilato non è uno sport per attacca brighe. È un’arte nobile e soprattutto, come sentenziava Mimmo Brillantino, non è uno sport violento. La violenza – raccontava Brillantino - è il mondo lì fuori, che non ha regole, che è sempre pronto a fare agguati.
La boxe è una disciplina contro la violenza, perché è forza controllata, aggressività disciplinata. Devi imparare – diceva Mimmo – ad aggredire i problemi e devi sempre ringraziare il tuo rivale, perché combattendo con te fa emergere i tuoi limiti. Il successo non dipende dal risultato della prova ma da come prendi parte alla prova.
Domenico Brillantino nella sua Excelsior, prima che addestrare i pugni, formava le menti. Non è mai stato un Mister, perché lui è sempre stato un Maestro, un uomo dall'animo nobile che ha dato dignità ad una periferia costantemente in affanno per i suoi problemi sociali. Mimmo ha sempre rubato i ragazzi ai clan, raccattandoli sotto casa, strappandoli alla strada, alle piazze, ai bar. La Boxe a Marcianise ha rotto il meccanismo di recluta della Camorra, perché le regole del pugilato non sono compatibili con le regole dei clan: uno contro uno, faccia contro faccia, la fatica dell’allenamento, il rispetto della sconfitta.
Mimmo non ha mollato nemmeno nel periodo più buio di Marcianise, il coprifuoco del 1998. Non succedeva dalla Seconda Guerra Mondiale, e ancora oggi Marcianise è l’unica città italiana ad essere stata sottoposta da un Prefetto a tale ordinanza di sicurezza.
In quei mesi era in atto una faida cruenta tra due clan rivali e in pochi giorni la famiglia dei Quaqquaroni e dei Mazzacane si sterminarono a vicenda, mietendo più di 50 morti ammazzati e spargendo il terrore in tutto il paese. Gli allenatori di Boxe, Brillantino compreso, furono fondamentali in quel periodo inquieto. Combattevano la paura e il pericolo con il solo imperativo della boxe: tutti in palestra senza distinzione di colore, testa e gusto, perché dentro al ring “si è tutti rossi, come il sangue.”
Domenico Brillantino non si è mai arricchito con la boxe, nonostante i suoi insegnamenti hanno reso Marcianise una capitale italiana del pugilato, dando alla scena sportiva nazionale un ventaglio di campioni mai visto prima. Lui ha continuato imperterrito ad allevare nuovi cuccioli di boxe, fino a quando lo scorso anno, il destino se l’è portato via, a 76 anni.
Quale siano stati i segreti di questo uomo, lo sanno i suoi atleti. Domenico ha veicolato la rabbia e la solitudine dei giovani di un territorio difficile verso il loro personale riscatto, ponendo la boxe non come uno sport fine a se stesso, ma come motore per il cambiamento, per la conquista del benessere personale, prima, della dignità sociale, poi.
Forse il suo segreto era saper spiegare la vita, saper creare esseri umani. È stato un riformista vero, pratico, un attivista in prima linea che ha cambiato un territorio. Lo ha fatto semplicemente inseguendo un sogno, cominciato dal rudimentale sapore della paglia dei primi ring, e trasformatosi in una rivoluzione collettiva. Domenico ha perseverato tenacemente, perché sapeva che una vera rivoluzione avrebbe avuto bisogno di tempo, tempo nel quale lui sperava e lottava affinché la sua visione divenisse una realtà, proprio come quella che lui ha lasciato.
EXCELSIOR BOXE
125 titoli italiani junior e assoluti, 271 medaglie d'oro in tornei nazionali e internazionali, un argento e un bronzo alle Olimpiadi, 1 titolo mondiale, 1 titolo europeo cadetti, 2 medaglie d'argento agli europei 3 medaglie di bronzo ai campionati europei junior 2 medaglie di bronzo alla coppa del mondo 2 medaglie di bronzo ai mondiali 1 titolo europeo categoria studenti 1 medaglia d'oro, 1 d'argento e 1 di bronzo ai Giochi del Mediterraneo
Comments