Il B.A. Film Festival - Festival di cinema di Busto Arsizio - nasce nel 2003. L'obiettivo dichiarato è da sempre quello di valorizzare le produzioni italiane e di diffondere la cultura cinematografica, attraverso proiezioni, incontri con gli autori, laboratori per gli studenti, mostre, rassegne, con un'attenzione forte al coinvolgimento del pubblico e del pubblico giovane. Moltissime, negli anni, le personalità del cinema nazionali e internazionali che hanno partecipato al festival, da Carlo Rambaldi a Vittorio Storaro, Mario Monicelli, Claudia Cardinale, Francis Ford Coppola, Peter Fonda e moltissimi altri.
Uno degli aspetti più interessanti dell'evoluzione del festival è "Made In Italy - Anteprime", una sezione dedicata interamente ad opere italiane inedite, innovative, di giovani autori, con alle spalle produzioni e distribuzioni indipendenti. Ed è proprio questa la sezione che ha ospitato Drive Me Home, opera prima di Simone Catania.
Abbiamo chiesto a Paola Poli e Steve Della Casa - direttori artistici del festival - cosa li ha convinti del film, come vedono il futuro dei festival, il pubblico in sala, e molte altre cose.
Avete selezionato "Drive Me Home" al Busto Arsizio film festival, festival che sta crescendo molto ed è molto partecipato. Cosa vi ha convinto di più del film di Simone?
Abbiamo trovato il film di Simone un’opera prima molto interessante e ben strutturata, sia dal punto di vista della scrittura che per l’interpretazione dei due protagonisti ai quali sono affidati ruoli, che non sono certo i loro abituali.
La vostra esperienza nel campo non ha bisogno di presentazioni. Che rapporto avete con il concetto di festival oggi, in un momento storico in cui sta cambiando tutto, dai formati alle forme di fruizione, dalla centralità della sala al ruolo stesso dei festival di cinema? Come vedete il loro futuro?
La nostra ambizione è fare un festival di qualità e allo stesso tempo popolare che avvicini il pubblico alla sala I festival devono servire a far conoscere , quindi ricerca e non solo vetrina e tappeto rosso.
Avere la responsabilità di una selezione deve fare i conti anche con il pubblico, che dimostra una quasi endemica disaffezione al cinema italiano. Salvo rari casi. Quali sono i motivi secondo voi?
Sicuramente nuove forme di fruizione, scarsa attenzione, disabitudine alla concentrazione, e spesso - soprattutto per i film italiani - promozione inadeguata.
Il cinema dovrebbe entrare nelle scuole come materia didattica .
Drive Me Home avrà un percorso distributivo nuovo, che alterna la distribuzione tradizionale all’innovativo theatre on-demand e percorrerà poi le strade del vod e delle piattaforme. Quale pensate sia, oggi, l’iter migliore per arrivare al pubblico, per questa e per altre opere prime?
Bisognerebbe creare ogni volta degli eventi, perché solo la spettacolarizzazione riesce ad attirare il pubblico in sala . Ogni proiezione dovrebbe essere "UNICA"
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